Belgrado, città moderna, vitale, creativa e culturalmente brillante, con i suoi giovani artisti, stilisti e designer può essere considerata a buon titolo tra le città più cool d’Europa.
Di giorno, crocevia strategico della nuova Europa e indiscusso centro d’affari a metà strada tra est e ovest. Di sera, eclettico palcoscenico di locali trendy e night club dove la movida scorre fino all’alba.
La città bianca - Beli Grad - significato letterale della parola Belgrado, sorge alla confluenza di due fiumi, il Danubio e il Sava, nonché ai piedi delle montagne di Avala. Posizione particolarmente privilegiata che ha spinto l’architetto francese Le Corbusier a dire che Belgrado è situata in uno dei più bei posti al mondo.
Una metropoli vibrante dove differenti epoche e stili architettonici si mescolano in continuazione, generando armonie ma anche forti contrasti. Il lusso e il fashion si mescolano al decadentismo e allo shabby e a volte si confondono, capita di frequente che voltando l’angolo si abbia la sensazione di essere a chilometri o anni di distanza. Le persone e la vita hanno un ritmo più rilassato, un po’ Europa e un po’ Balcani, Belgrado non è una città dove le persone semplicemente risiedono, ma è un luogo dove la gente vive con intensità, fa festa, sogna e soffre, e spesso fa tutto questo allo stesso momento.
Beograd, questo il suo nome in serbo ("Стари град" in alfabeto cirillico), ha come epicentro il quartiere di Stari Grad ( città vecchia ), ovvero, il nucleo piu antico, intorno alla fortezza di Kalemegdan che con il suo parco si affaccia sui fiumi da un lato e si collega alla città attraverso Knez Mihailova.
Il parco Kalemegdan è frequentato a ogni ora del giorno da sportivi che fanno jogging o coppie e visitatori attratti dai bellissimi tramonti sullo scorrere lento dei due fiumi, davanti alla statua del vincitore.
Passeggiando per Knez Mihailova la via principale interamente pedonale, dedicata allo shopping, ai caffè con grandi dehor e alle gallerie d’arte, oltre alla moltitudine di persone che si incontrano, si potrà ammirare la Scuola di Belle Arti e di fronte il bellissimo palazzo di colore rosa che ospita la Biblioteca Pubblica. Proseguendo si incontra lo Zepter Museum, inaugurato nel 2010 dove sono custodite oltre 350 opere di artisti serbi del XX e XXI secolo. Poco prima di arrivare in Trg Republike si incrocia la via Cika Ljubina con la Delijska (Delijska Cesma) ricostruzione di una storica fontana di Belgrado più volte distrutta e a pochi passi l’Accademia Serba delle Arti e della Scienza (Srpska Akademija Nauka i Umetnosti).
Trg Republike, dove prima o poi qualcuno vi darà appuntamento, come fanno tutti i belgradesi, sfoggia al suo centro il Monumento Equestre dedicato al Principe Mihailo Obrenovic il vero liberatore dalla dominazione turco ottomana dei territori serbi e della città, alto undici metri è stato realizzato nel 1882 dall’italiano Enrico Pazzi. Sulla stessa piazza si affacciano il Museo Nazionale (Narodni Muzej), e il Teatro Nazionale (Narodno Pozorište) che con il suo fitto cartellone di rappresentazioni d’Opera Lirica italiana e di prosa riempie le serate e i pomeriggi dei belgradesi e non solo. I biglietti di ingresso per uno spettacolo sono economici ma bisogna prenotare in anticipo perché è sempre sold out.
Poco lontano, il Belgrade Design District, galleria con negozi di giovani creativi Indipendenti. Molto interessante per chi ama il design, anche il Museo di Arti Applicate (Vuka Karadžića, 18).
Da piazza della Repubblica ci si può incamminare per i grandi boulevard tra i sontuosi palazzi e giardini ottocenteschi del Parlamento, il Vecchio e il Nuovo Palazzo Reale negli stili classico, neoclassico e accademico, il tutto, come spesso accade a Belgrado si contrappone alle solide architetture del Realismo Socialista periodo a cui risale ad esempio la Casa del Sindacato, costruito nel 1958, un palazzo a forma di arco che si affaccia sulla piazza un tempo dedicata a Marx ed Engels, dove ai tempi di Tito si riunivano i sindacati dei lavoratori e che oggi ospita un centro culturale e il cinema Dom Sindikata.
Non lontano si apre il Tasmajdan park, un grande polmone verde al centro della città, che ha preso il posto di un’antica cava di pietra attiva per oltre due millenni proprio in questo punto, infatti, il nome deriva proprio dall’attività di estrazione (in turco Tas significa pietra, e maydan, piazza). Qui si possono ammirare la grande chiesa ortodossa di San Marco (Crkva svetog Marka) ultimata nel 1948 che riproduce fedelmente il monastero di Gracanica in Kosovo e accanto la piccola chiesa del 1924 costruita con le offerte della comunità russa di Belgrado. A pochi passi capiterà di vedere la grande antenna rossa e bianca che sovrasta un moderno palazzo a vetri, questa è la nuova sede della televisione serba, di fianco non si può fare a meno di notare le macerie di un caseggiato che era la vecchia sede che interruppe le trasmissioni nell’Aprile del 1999 dopo essere stata colpita da una bomba.
Tagliando Knez Mihailova e attraversando Studentski Trg dove è possibile vedere l’imponente palazzo bianco con le finestre tamponate da mattoni rossi e terracotta che ospita il Museo Etnografico di Belgrado, oltre il parco, si arriva a Upper Dorcol (da turco dort yol, quattro strade). Nel periodo ottomano era la zona più multietnica della città, ancora ora rimane la più cosmopolita: da secoli convivono ebrei e musulmani con tedeschi, armeni e greci, ma oggi, è soprattutto il cuore vivace e creativo di Belgrado, il quartiere che non dorme mai. La via di riferimento di Dorcol è Strahinjica Bana che lo attraversa partendo dallo Zoo di Belgrado nel parco Kalemegdan sino all’imbocco della via Skadarlija definita da molti la Montmartre Belgradese, leggermente in salita, lastricata di ciottoli, su cui si affacciano caratteristici palazzi d’epoca e una vasta scelta di ristoranti e kafane, orchestrine rom, artisti di strada e bancarelle vintage. Dorcol è noto anche per la moltitudine di bar e locali alla moda e sempre pieni. Se ne possono trovare di ogni genere, come il Supermarket in via Visnjiceva 10, il primo concept store di Belgrado, atmosfera hipster per uno spazio multifunzionale dove trovare oggetti d’arredo di designer emergenti e marchi di moda avantgard. Ospita anche spazi per l’allestimento di mostre, con opere degli artisti più in vista dei Balcani, come Branko Lukic e Slavimir Stojanovic, e una zona lounge con ristorante fusion e wine bar. Ma anche locali dall’aria bohemien che di giorno regalano relax e chiacchierate e di sera si riempiono a più non posso, come il Pastis in Strahinjica Bana 52b, oppure, il Centrala in Simina 6. Non mancano le ambientazione shabby chic come quella che si respira allo Smokvica in Kralja Petra 73. Frequentando questo quartiere di sera, in particolar modo Strahinjica Bana e i suoi locali, guardando le persone, capirete come mai ha l’appellativo di silicon valley.
Negli ultimi anni anche il lower Dorcol, la parte del quartiere oltre Cara Dušana e il bulevar Despota Stefana, verso il fiume, sta cambiando fisionomia e si va arricchendo di attrattiva, su tutte il Bitef Teatar un teatro ricavato all’interno di una chiesa sconsacrata che ospita numerose rappresentazioni ed esibizioni live, e dà anche il nome al Festival dell’arte teatrale che si tieni in città annualmente. All’interno dell’edificio c’è anche un caffè. Sempre il caffè, bevanda molto amata a Belgrado, è al centro del concept di Pržionica in Dobračina